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Atti del Martirio di Sant'Euplio Diacono

sotto Diocleziano, nell'anno 304

1 ) Durante il nono consolato di Diocleziano e l’ottavo di Massimiano, la vigilia delle idi di agosto, nella città di Catania, stando fuori della tenda dell’ufficio del governatore, il diacono Euplio gridò: "Sono cristiano e desidero morire per il nome di Cristo".

Udendo ciò, Calvisiano, procuratore, disse: "Entri la persona che ha gridato".

Appena Euplio entrò nell’ufficio del giudice, recando i vangeli, uno degli amici di Calvisiano, che aveva nome Massimo, disse: "Non è lecito tenere tali libri contro l’ordine imperiale".

Calvisiano domandò a Euplio: "Da dove vengono questi libri? Sono usciti dalla tua casa?"

Euplio rispose: "Non ho casa. Lo sa anche il Signore mio, Gesù Cristo".

Il procuratore Calvisiano riprese: "Li hai portati qui tu?"

Euplio rispose: "Li ho portati io, come vedi tu stesso. Mi hanno trovato con quelli".

Calvisiano ordinò: "Leggili".

Aprendo il vangelo Euplio lesse: "Beati coloro che soffrono persecuzioni per la giustizia, poiché di questi è il regno dei cieli" e, in un altro passo: "Chi vuol venire dietro di me, prenda la sua croce e mi segua".

Mentre leggeva questi e altri brani, Calvisiano domandò: "Che cosa è tutto questo?"

Euplio rispose: "È la legge del mio Signore, che mi è stata affidata".

Calvisiano insistette: "Da chi?"

Euplio rispose: "Da Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente".

Calvisiano intervenne nuovamente dicendo: "Poiché la sua confessione è evidente, sia consegnato ai ministri della tortura e sia interrogato tra i tormenti".

Quando fu consegnato loro, cominciò il secondo interrogatorio in mezzo alle torture.

2 ) Durante il nono consolato di Diocleziano e l’ottavo di Massimiano, la vigilia delle idi di agosto, il procuratore Calvisiano disse a Euplio, posto tra i tormenti: "Che cosa ripeti ora di quello che dichiarasti nella tua confessione?"

Tracciandosi sulla fronte il segno della croce con la mano libera, il martire rispose: "Quello che ho detto prima confermo ora: io sono cristiano e leggo le divine Scritture".

Calvisiano ribatté: "Perché non hai consegnato questi libri, che gli imperatori hanno vietato di leggere, ma li hai tenuti con te?"

Euplio disse: "Perché sono cristiano e non mi è lecito consegnarli. Per un cristiano è meglio morire che consegnarli; in essi è la vita eterna. Chi li consegna perde la vita eterna e, per non perderla, offro la mia".

Calvisiano interloquì dicendo: "Euplio che, contravvenendo all’editto dei principi, non ha consegnato le Scritture, ma le legge al popolo, sia torturato".

Fra i tormenti Euplio disse: "Ti ringrazio, Cristo. Proteggimi, perché soffro tutto questo per te!"

Calvisiano lo esortò con queste parole: "Desisti da questa follia, Euplio. Adora gli dèi e sarai liberato!"

Euplio rispose: "Adoro Cristo detesto i demoni. Fa’ di me quel che vuoi, sono cristiano. Per lungo tempo ho desiderato questo. Fa’ quel che vuoi. Accresci i miei tormenti. Sono cristiano".

La tortura durava da molto tempo, quando Calvisiano ordinò ai carnefici di smettere e disse al martire: "Infelice, adora gli dèi! Venera Marte, Apollo ed Esculapio!".

Rispose Euplio: "Adoro il Padre, il Figlio e lo Spirito santo. Adoro la santissima Trinità, oltre la quale non esiste alcun Dio. Periscano gli dèi che non hanno creato il cielo, la terra e tutto ciò che in essi è compreso. Io sono cristiano".

Il prefetto Calvisiano insistette: "Sacrifica, se vuoi essere liberato!"

Euplio rispose: "Proprio ora sacrifico me stesso a Cristo Dio. Non esiste alcun altro sacrificio che io debba compiere. Invano tenti di farmi rinnegare la fede. Io sono cristiano".

Calvisiano ordinò che fosse torturato ancora, più violentemente e, durante i tormenti, Euplio disse: "Ti rendo grazie, o Cristo, soccorrimi; Cristo, soffro per te questo, Cristo!"

Ripeté più volte queste invocazioni e, quando le forze gli venivano meno, privo ormai della voce, diceva solo con le labbra queste e altre preghiere.

3 ) Entrato nell’interno dell’ufficio, Calvisiano dettò la sentenza e, uscito, lesse il verbale che aveva portato con sé: "Ordino che Euplio, cristiano, che disprezza gli editti dei principi, bestemmia gli dèi e non si pente di tutto questo sia passato a fil di spada. Conducetelo al supplizio".

Fu appeso al collo del martire il vangelo con il quale era stato trovato al momento dell’arresto e il banditore andava dicendo: "Euplio, cristiano, nemico degli dèi e dei sovrani".

Lieto, Euplio ripeteva sempre: "Grazie a Cristo Dio!"

Giunto al luogo dell’esecuzione, s’inginocchiò e pregò a lungo. Rendendo poi ancora grazie al Signore, porse il collo e fu decapitato dal carnefice.

Il suo corpo fu poi raccolto dai cristiani, imbalsamato con aromi e sepolto.

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Sabato 9 Febbraio 2025
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