22. In quel tempo Gesù ordinò ai suoi discepoli a montare sulla barca, e a passare innanzi a lui all’altra riva, mentre egli avrebbe licenziata la folla. Usando la parola “ordinò”, Matteo suggerisce quanto fossero inseparabili i discepoli da Gesù, perché volevano stare con Lui in ogni momento. Egli manda via le moltitudini, non volendo attirarle dietro a sé, per timore che sembri vantarsi del suo potere. (altro…)
13-14. E quando il popolo lo ebbe saputo, lo seguì a piedi fuori dalle città. Gesù vide una gran moltitudine, e fu mosso a compassione verso di loro, e sanò gli infermi tra loro. La moltitudine mostra la propria fede correndo da Gesù proprio mentre egli se ne va, per cui riceve la guarigione come ricompensa della fede. Anche il fatto di seguirlo a piedi e senza alcuna provvista è segno di fede. (altro…)
27. E mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano e gridando dicevano: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!» I ciechi rivolgevano a Dio le parole “abbi pietà”, ma come a un uomo, “o Figlio di Davide”. Perché era ben noto tra gli ebrei che il Messia sarebbe venuto dal seme di Davide. (altro…)
1-2. E salì sulla barca, passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. “La sua città” significa Cafarnao, perché là abitava. Nacque a Betlemme, crebbe a Nazaret e visse a lungo a Cafarnao. Questo paralitico non è lo stesso di quello menzionato in Giovanni [5, 2-9], perché quello era presso la piscina delle pecore a Gerusalemme, mentre questo era a Cafarnao. E quello non aveva nessuno che lo aiutasse, mentre questo era portato da quattro uomini, come dice Marco [Mc. 2, 3-12], che lo fece calare attraverso il tetto, fatto che Matteo omette. (altro…)
28. In quel tempo Gesù venne nel paese dei Ghergheseni e, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro due indemoniati così pericolosi che nessuno poteva più passare per quella via. Mentre gli uomini nella barca si stavano ancora chiedendo che tipo di uomo fosse costui al quale persino i venti e il mare obbedivano, i demoni vennero a proclamare la risposta. Giacché Marco e Luca parlano di un uomo che era posseduto da una legione di demoni (Mc 5, 9, Lc. 8, 27), puoi comprendere che quest’unico uomo era uno dei due menzionati da Matteo, evidentemente, il più famoso di il due. Gesù venne da solo verso di loro, poiché nessuno osava portarli a lui, tanto erano feroci. Dimoravano tra le tombe perché i demoni desiderano ispirare la credenza che le anime di coloro che sono morti diventino esse stesse demoni. Nessuno creda questo: perché quando l’anima si allontana dall’uomo, non va errando per la terra. Poiché le anime dei giusti sono nelle mani di Dio (Sap 3, 1), e anche le anime dei peccatori sono portate via, come fu dell’anima del ricco di Lazzaro. (altro…)
5-6. E quando Gesù entrò in Cafarnao e gli venne incontro un centurione che lo supplicava dicendo. Anche quest’uomo non si avvicinò a Gesù mentre era sul monte, per non interromperne l’insegnamento. Questi è lo stesso uomo menzionato da Luca (Lc. 7 1-10). Anche se Luca dice che il centurione mandò a Gesù altri che erano anziani, questo non contraddice Matteo che dice che il centurione stesso andò da Gesù. È del tutto probabile che prima ne mandò altri, e poi, quando la morte era imminente, venne lui stesso e disse: (altro…)
22-23. Lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanta tenebra! Ciò significa che se riempi la tua mente di preoccupazioni per il denaro, hai spento la lampada e oscurato la tua anima. Proprio come l’occhio che è sano, o “semplice”, porta luce al corpo, e l’occhio che è cattivo, o “malato”, porta oscurità, così anche lo stato della mente influenza l’anima. Se la mente è accecata da queste preoccupazioni, viene gettata nell’oscurità; poi l’anima si oscura, e quanto più anche il corpo? (altro…)
Mt 4, 18-19. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone detto Pietro e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori; e disse loro. Questi due erano stati discepoli di Giovanni, e mentre Giovanni era ancora in vita si erano avvicinati a Cristo. Ma quando videro Giovanni arrestato, tornarono di nuovo alla loro pesca, e così Cristo viene a pesca di loro, e dice: (altro…)
Mt 10,32-33. Chi confesserà in me davanti agli uomini, anch’io lo confesserò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Li esorta a testimoniare fino al martirio. Perché credere solo all’interno della propria anima non è sufficiente; Desidera anche la fede confessata con la lingua. Non ha detto: “Chi confesserà me”, ma “in me”, cioè nella mia forza. Perché chi gli rende la confessione è così aiutato dalla grazia che viene dall’alto. Ma in quanto a colui che nega, Cristo non ha detto “in me”, ma “chi mi rinnegherà”, mostrando che nega perché non ha l’aiuto dall’alto. Perciò chiunque confessa che Cristo è Dio, troverà Cristo che confessa di sé al Padre, che è un vero servo. Ma quelli che negano sentiranno le parole: “Non vi conosco”. (altro…)
Dobbiamo considerare la discesa dello Spirito Santo non solo come un miracolo che ha glorificato la Chiesa apostolica, ma come un evento inscindibilmente unito al problema della nostra salvezza. La Festa di oggi non è semplicemente il ricordo di un evento passato, ma la continuazione della preparazione apostolica per ricevere lo Spirito, respirando dove Egli vuole senza fine. Invochiamo in preghiera il Consolatore, lo Spirito della Verità, affinché venga a noi, come lo Spirito scese una volta sui Santi Apostoli. Ma affinché la nostra preghiera abbia successo, dobbiamo sapere che cosa stiamo effettivamente per chiedere. (altro…)
«Chi confesserà in me davanti agli uomini»
Giugno 10, 2023 / Leave a comment
Commento alla pericope evangelica della prima Domenica di Matteo.
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria
Mt 10,32-33. Chi confesserà in me davanti agli uomini, anch’io lo confesserò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Li esorta a testimoniare fino al martirio. Perché credere solo all’interno della propria anima non è sufficiente; Desidera anche la fede confessata con la lingua. Non ha detto: “Chi confesserà me”, ma “in me”, cioè nella mia forza. Perché chi gli rende la confessione è così aiutato dalla grazia che viene dall’alto. Ma in quanto a colui che nega, Cristo non ha detto “in me”, ma “chi mi rinnegherà”, mostrando che nega perché non ha l’aiuto dall’alto. Perciò chiunque confessa che Cristo è Dio, troverà Cristo che confessa di sé al Padre, che è un vero servo. Ma quelli che negano sentiranno le parole: “Non vi conosco”. (altro…)