19 Dicembre 2022 / 1 Gennaio 2023

Domenica avanti la Natività (Ventinovesima domenica dopo Pentecoste)
Tono quarto
Martire Bonifacio di Tarso

Evangelo mattutino VII: Gv 20, 1-10

Prochimeno
Benedetto sei tu Signore, Dio dei nostri padri: lodato e glorificato è il tuo nome nei secoli.
Poiché sei giusto in tutto ciò che hai fatto; e tutte le tue opere sono vere e rette le tue vie.(Dan 26-27)

Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (11, 9-10. 32-40)
Fratelli, per fede Abramo soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, e come Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa, abitò in tende. Aspettava infatti la città ben fondata, il cui architetto e costruttore è Dio. E che dirò ancora? E che dirò ancora? Mi mancherà il tempo per Gedeone, Baràk, Sansone, Iefte, e anche per Samuele e per i profeti. Per mezzo della fede hanno abbattuto regni, hanno operato la giustizia, hanno conseguito le promesse, hanno chiuso la bocca dei leoni, hanno spento la potenza del fuoco, sono sfuggiti al filo delle lame, sono stati rinvigoriti dalla malattia, sono diventati forti in guerra, hanno messo in fuga le schiere degli stranieri, le donne hanno ricevuto dopo la risurrezione i loro morti. Altri invece furono torturati, non accettando la liberazione onde ottenere una risurrezione migliore. Altri provarono scherni e flagelli, catene e prigione. Furono presi a sassate, furono segati, morirono assassinati a coltellate, vagarono coperti con pelli di pecore e capre, bisognosi, afflitti, maltrattati – di loro il mondo non era degno! – errando nei deserti e sui monti, nelle grotte e nelle fenditure della terra. Tutti questi, pur avendo ricevuto testimonianza per mezzo della fede, non hanno ottenuto la promessa avendo Dio previsto per noi qualcosa di meglio, affinché non giungessero alla perfezione senza di noi. Anche noi dunque, circondati da tale nube di testimoni, deposto tutto ciò che appesantisce e il peccato che ci irretisce, corriamo con pazienza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede.

Alleluia
O Dio, con le nostre orecchie abbiamo udito, i nostri padri ci hanno annunciato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, nei giorni antichi. (Ps 43, 2)
Hanno gridato i giusti, e il Signore li ha esauditi, e da tutte le loro tribolazioni li ha liberati. (Ps 33, 18)

Evangelo

secondo Matteo (1, 1-25)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda, e i suoi fratelli.
Giuda generò Fares e Zara da Tamar; Fares generò Esrom; Esrom generò Aram. Aram generò Aminadab; Aminadab generò Naasson; Naasson generò Salmon. Salmon generò Boaz da Rahab; Boaz generò Obed da Ruth; Obed generò Iesse; e Iesse generò il Re Davide. Il Re Davide generò Salomone da colei che era stata [moglie] di Uria. Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abìa; Abìa generò Asa. Asa generò Giosafat; Giosafat generò Ioram; Ioram generò Ozia. Ozia generò Ioatam; Ioatam generò Acaz; e Acaz generò Ezechìa. Ezechìa generò Manasse; Manasse generò Amon; Amon generò Giosia. Giosìa generò Ieconia, e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia. E dopo la deportazione di Babilonia Ieconia generò Salatiele; Salatiele generò Zorobabele. Zorobabele generò Abiud; Abiud generò Eliachim; Eliachim generò Azor. Azor generò Sadoc; Sadoc generò Achim; Achim generò Eliud. Eliud generò Eleazaro; Eleazaro generò Matan; Matan generò Giacobbe. Giacobbe generò Giuseppe, sposo di Maria, della quale nacque Gesù chiamato il Cristo.
Da Abramo dunque sino a Davide sono in tutto quattordici generazioni: da Davide sino alla deportazione in Babilonia quattordici generazioni: e dalla deportazione in Babilonia sino a Cristo quattordici generazioni.
La nascita di Gesù Cristo fu in questo modo. Essendo stata la madre di lui Maria sposata a Giuseppe, prima che stessero insieme si scoprì gravida di Spirito santo. Ora Giuseppe sposo di lei, essendo uomo giusto, e non volendo esporla all’infamia, prese consiglio di segretamente rimandarla. Ma, mentre egli stava in questo pensiero, un Angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere Maria tua sposa: poiché ciò, che in essa è stato concepito, è dallo Spirito santo. Ella partorirà un figlio, cui tu porrai nome Gesù; poiché egli sarà, che libererà il suo popolo dai suoi peccati.
Tutto questo accadde, affinché si adempisse, quanto era stato detto dal Signore per mezzo del Profeta, che dice: Ecco che la Vergine concepirà: e partorirà un figlio, e lo chiameranno per nome Emanuele: che interpretato significa “Dio con noi”.
Risvegliatosi dunque Giuseppe dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore, e prese con sé la sua sposa. Ed egli non la conosceva, sino a quando partorì il suo figliuolo primogenito, e lo chiamò per nome Gesù.