15 / 28 Agosto 2022
Dormizione della Tuttasanta Deipara e Sempre Vergine Maria
Undicesima Domenica di Matteo
AL MATTUTINO:
Evangelo secondo Luca (1, 39-49. 56)
In quei giorni Maria si alzò e partì in fretta verso la montagna, in una città di Giuda. Entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. E avvenne che appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino saltellò nel suo ventre; Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo ed esclamò con un grande grido, e disse: “Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo ventre. E da dove a me è dato che venga da me la Madre del mio Signore? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta alle mie orecchie, il bambino ha saltellato con esultanza nel mio ventre. Beata colei che ha creduto, perché sarà il compimento di ciò che le ha detto il Signore”. E Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e ha esultato il mio spirito in Dio mio salvatore, perché ha chinato lo sguardo sulla piccolezza della sua serva. Ed ecco d’ora innanzi mi diranno beata tutte le generazioni; perché il Potente mi ha fatto grandi cose, e santo è il suo nome”. Maria rimase con lei circa tre mesi, quindi ritornò a casa sua.
ALLA DIVINA LITURGIA
Prochimeno
L’anima mia magnifica il Signore e ha esultato il mio spirito in Dio mio salvatore.
Perché ha chinato lo sguardo sulla piccolezza della sua serva. (Lc 1, 46-48)
Lettura dell’epistola di Paolo ai Filippesi (2, 5-11)
Fratelli, abbiate in voi lo stesso sentire che fu in Cristo Gesù il quale, essendo nella forma di Dio, non considerò come preda l’essere uguale a Dio ma svuotò se stesso prendendo forma di servo, divenuto simile agli uomini. Essendo stato trovato come uomo per il suo aspetto, abbassò se stesso essendo divenuto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle realtà celesti, terrestri e infernali e ogni lingua riconosca che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre.
Alleluia
Sorgi, Signore, verso il tuo riposo, tu e l’arca della tua santità.
Ha giurato il Signore la verità a David e non l’annullerà: Del frutto del tuo seno porrò sul tuo trono. (Ps 131, 8. 11)
Evangelo
secondo Luca (10, 38-42. 11, 27-28) – per la Festa
In quel tempo Gesù entrò in un villaggio e lo accolse una donna, di nome Marta, che aveva una sorella, chiamata Maria. Essa sedette ai piedi del Signore e ascoltava la sua parola, mentre Marta era occupata in molti servizi. Perciò venne a dire: “Signore, non t’importa che mia sorella mi lasci sola a servire? Dille dunque che mi venga in aiuto”. Allora il Signore rispose e le disse: “Marta, Marta! tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta”. Mentre parlava così, una donna alzò la voce dalla folla e disse: “Beato il ventre che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato!” Ed egli disse: “Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono”.
secondo Matteo (18, 23-35) – per la Domenica
Disse il Signore questa parabola: “Il regno dei cieli somiglia a un uomo, un re, che volle fare i conti con i suoi servi. Iniziando dunque a chiedere i conti, gli fu portato davanti uno che era debitore per migliaia di talenti. Poiché costui non aveva da restituire, il Signore comandò che fossero venduti lui, la moglie, i figli e quanto possedeva e saldasse così il debito. Allora quel servo, caduto in ginocchio, lo supplica dicendo: Sii paziente con me, Signore, e ti restituirò tutto. Il Signore ebbe compassione di quel servo, lo rilasciò e gli condonò il debito. Ma quel servo uscì e trovò un altro servo, suo compagno, che gli doveva cento dinari; lo afferrò e lo soffocava dicendo: Restituisci mi quanto devi. Cadde in ginocchio quel servo come lui, e lo supplicava dicendo: Sii paziente con me, e ti restituirò. Ma egli non volle; andò e lo buttò in carcere finché non gli avesse restituito il dovuto. Gli altri servi, visto l’accaduto, furono molto tristi e andarono a raccontare tutto al loro Signore. Il Signore allora lo chiamò. E gli dice: Servo malvagio, ti ho condonato tutto quel debito perché mi avevi supplicato. Non dovevi anche tu avere misericordia del tuo compagno come io ho avuto misericordia di te? Il Signore si adirò e lo consegnò agli aguzzini finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà a voi se non condonate di cuore al vostro fratello le sue cadute”.