Omelia sulla III Domenica di Pasqua (Domenica delle Mirofore) del Metropolita Filarete di New York, di santa memoria
Oggi, come sapete, la Santa Chiesa Ortodossa glorifica le sante donne mirofore, motivo per cui proprio questa domenica è chiamata la “Domenica delle Mirofore”.
Già ieri abbiamo parlato di come le Mirofore fossero, in sostanza, le prime annunciatrici della risurrezione di Cristo e, in un certo senso, come disse un santo Ierarca russo, apostole degli stessi apostoli.
Ecco qualcosa di caratteristico: leggendo il Vangelo, la nostra attenzione non può che essere attratta dalla seguente circostanza. Quando gli stessi Apostoli vedono il Maestro risorto, non sono subito presi da una piena fede; e quando gli altri dicono loro che il loro Maestro è risorto, non riescono a credere come dovrebbero. Il santo evangelista Marco ricorda addirittura che, una volta che il Signore apparve loro, cominciò addirittura a rimproverarli,e proprio per la loro incredulità e durezza di cuore, per aver sentito parlare della sua Risurrezione ma non essere stati capaci di credere a quanti avevano parlato loro di essa.
Ma se gli Apostoli non furono capaci di credere al miracolo della Resurrezione, le Mirofore riconobbero subito Colui che era apparso loro. Erano eccitate, e corsero con entusiasmo, sebbene anche con timore dalla Tomba del Signore. Inizialmente avevano paura di dirlo a qualcuno, visto quanto fosse insolito e strano era quello che avevano sentito dall’Angelo. Ma mentre fuggivano, apparve loro colui che avevano voluto ungere con il myron profumato. Apparve e disse loro solo una parola: «Rallegratevi!» Le fedeli Mirofore riconobbero immediatamente che era il Salvatore che appariva loro e Lo adorarono con gioia. Perché tanta gioia? Il beatissimo metropolita Anthonij ha sottolineato quanto significhi per un uomo la fedeltà alla verità e l’infedeltà ad essa. La fedeltà costante e ferma in tutto è l’opposto della viltà dell’infedeltà. Tale era il caso qui, disse Vladyka Anthonij. Gli Apostoli, invece di seguire il loro Maestro quando Egli (per parlare in termini moderni) fu arrestato, fuggirono in varie direzioni. Quando il Signore andò a risuscitare Lazzaro, l’apostolo Tommaso disse: Andiamo a morire con lui (Gv 11,16). Ciò non incontrò una sola obiezione da parte degli Apostoli. Ciò significa che erano d’accordo con l’apostolo Tommaso. E anche nel giardino del Getsemani si scoprì che erano spaventati e fuggirono. Solo l’Apostolo diletto, l’Apostolo Giovanni, riuscì a resistere a questa paura e non si separò dal Maestro fino al Golgota, dove rimase con la santissima Madre del Salvatore, ma gli altri Apostoli erano fuggiti – e queste sono quell’infedeltà e pusillanimità, che gettano un’ombra sui loro occhi, notate da Vladyka Anthonij. Ma le fedeli Mirofore andarono con Lui sul Golgota e si fermarono proprio sotto la Croce, addolorate e allo stesso tempo cercando in qualche modo di alleviare con il loro amore e la loro compassione il dolore terribile e sovrumano della Beatissima Vergine Maria. Non Lo abbandonarono. Sappiamo dal Vangelo come fu sepolto, e le Mirofore videro dov’era stato deposto. Gli Apostoli non c’erano: erano fuggiti. Le Mirofore, invece, gli sono rimaste fedeli fino alla fine e quindi, come dice Vladyka Anthonij, la loro coscienza e la loro intuizione spirituale interiore rimasero luminose e pure, e per questo esse poterono subito riconoscere Colui che era apparso loro, adorandolo senza alcuna esitazione come loro amato Maestro e Vincitore della morte.
Immaginate solo ciò che subì la santa Mirofora Maria Maddalena mentre piangeva inconsolabilmente presso la tomba di Colui che l’aveva liberata una volta dagli spiriti impuri ostili, scacciando da lei sette demoni. Dopo che ciò fu compiuto, divenne una seguace costante del suo amato Maestro. Eccola che piange inconsolabilmente sulla sua tomba, e all’improvviso sente da Qualcuno quella stessa voce che dice «Maria» – quella voce cara e indimenticabile, che una volta aveva scacciato da lei sette demoni. Se il cuore di Maria non scoppiò di gioia, fu solo perché la Sorgente stessa della Vita, proprio Cristo, aveva parlato con lei. Che transizione, dal dolore inconsolabile alla gioia estatica! Ricordiamo dunque cosa significano fedeltà e devozione, e cosa significa una coscienza pulita. Le sante donne facevano di tutto per mostrare attenzione al loro Maestro. Non temendo pericoli vanno al Golgota, Lo accompagnano, stanno presso la Croce sul Golgota, guardano, guardando con riverenza come è sepolto il loro Maestro, e per questo hanno la gioia di vederlo nella gloria, risorto dai morti, prima degli apostoli. Ricordate quanto è importante essere fedeli a Dio. La fedeltà e la devozione a Lui illuminano la coscienza e la mente umana. Al contrario, quando un uomo commette, uno dopo l’altro, atti di infedeltà e tradimento al Signore e alla verità, la sua anima si indurisce, la sua coscienza si ingrossa e si oscura, e diventa difficile per lui riconoscere la verità, diviene difficile venerarla. Tutti dovrebbero ricordarlo, e pregare sempre che il Signore ci insegni ad essergli fedeli sempre e in tutto, così come gli furono fedeli le sante e gloriose Mirofore. La loro fedeltà le ha portate fino alla fine, ed esse hanno ricevuto la gioia indicibile di vedere risorto il loro Maestro e di adorarlo subito. L’esempio della loro fedeltà e del loro amore dovrebbe essere esempio edificante per ogni anima cristiana; un esempio che, una volta seguito, dimostrerà la propria fedeltà al Signore fino alla fine e darà la gioia di contemplarlo. Amen.