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«Figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati»

Commento alla pericope evangelica della seconda Domenica di Quaresima. (Mc 2, 1-12))
Dal Commento al Vangelo secondo Marco del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

1-5. Dopo alcuni giorni Gesù entrò a Cafarnao e dopo giorni si udì che era in casa. E si radunarono così tanti che non c’era spazio neppure davanti alla porta, ed egli diceva loro la parola. Vengono a portargli un paralitico, sorretto da quattro. E non potendo portarglielo innanzi a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatto un buco, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, dice al paralitico: «Figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati».

Cosa significa questo, “dopo alcuni giorni”? Significa “quando erano trascorsi diversi giorni”. Quando Gesù fu entrato in casa, la gente sentì che era dentro e tutti accorsero sperando che lì sarebbe stato facile incontrarlo. La fede di quegli uomini era così grande che praticarono perfino un’apertura nel tetto attraverso la quale calarono il paralitico. Allora il Signore lo guarì, vedendo la fede di coloro che lo portavano, o dello stesso paralitico. Infatti il paralitico non avrebbe accettato di essere portato in braccio se non avesse creduto che sarebbe stato guarito. Molte volte il Signore guariva i malati che non credevano a causa della fede di coloro che li portavano. Allo stesso modo, spesso guariva colui che Gli veniva portato a causa della sua stessa fede, nonostante l’incredulità di coloro che lo portavano. Prima perdona i peccati del malato e poi guarisce la malattia, poiché le malattie più gravi avvengono per la maggior parte a causa dei peccati. È così che il Signore dice del paralitico nel vangelo di Giovanni che a causa dei peccati l’uomo era rimasto paralizzato (Gv 5, 5-15). Ma il paralitico del vangelo di Giovanni non è lo stesso qui menzionato. Infatti l’uomo del racconto di Giovanni non aveva nessuno che lo aiutasse, mentre quest’uomo ne aveva quattro. E quell’uomo era presso la Piscina delle Pecore; quest’uomo era in casa. E questo era a Cafarnao, mentre l’altro era a Gerusalemme, per citare solo alcune differenze. Ma sappiate che il paralitico menzionato da Matteo (9, 2-8) e quello menzionato qui da Marco sono la stessa persona.
6-12. Erano là seduti alcuni scribi che ragionavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non uno solo, Dio?» Ma Gesù avendo subito conosciuto nel suo spirito che così ragionavano tra sé, disse loro: «Perché ragionate così nei vostri cuori? Cos’è più facile, dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, oppure dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Affinché allora sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di rimettere sulla terra i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Quegli si alzò all’istante, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Cosa simile non l’abbiamo mai vista!»
Quando il Signore disse che poteva perdonare i peccati, i farisei lo accusarono falsamente di blasfemia, poiché solo Dio può perdonare i peccati. Ma il Signore dà ancora più prova di essere Dio, rivelando ciò che era nei loro cuori. Dio solo sa cosa c’è nel cuore di ciascuno, perché, come dice il profeta, “tu solo conosci il cuore dei figli degli uomini”. (II Cron. 6:30, III Re 8:39) Sebbene il Signore avesse rivelato i loro pensieri più intimi, i farisei rimasero insensati, non ammettendo che Colui che conosceva i loro cuori potesse anche guarire i loro peccati. Guarendo il corpo, il Signore rende credibile e certa anche la guarigione dell’anima, confermando l’invisibile per mezzo del visibile, e ciò che è più difficile per mezzo ciò che era più facile, anche se non sembrava così ai farisei. Perché i farisei pensavano che fosse più difficile guarire il corpo, perché era qualcosa di visibile. E pensavano che fosse facile dire che l’anima era stata guarita perché questa guarigione era invisibile. Forse pensavano a pensieri come questi: “Guarda questo ingannatore. Ha rifiutato di guarire il corpo visibile, e pretende invece di guarire l’anima invisibile, dicendo: ‘I tuoi peccati ti siano perdonati’. Certamente, se avesse potuto, avrebbe curato il corpo piuttosto che fingere di fare qualcosa che non può essere visto.” Perciò il Salvatore mostra loro che può fare entrambe le cose, dicendo: “Cosa è più facile? Guarire il corpo o l’anima? Certo è più facile guarire il corpo, ma voi pensate il contrario. Quindi io guarirò il corpo, il che infatti è facile, anche se a voi sembra difficile. Così facendo vi confermerò anche la guarigione dell’anima, che è difficile anche se sembra facile perché è invisibile e non verificabile.” Poi dice al paralitico: “Alzati e prendi il tuo lettuccio”, per confermare ancora di più che il miracolo non era una fantasia, e anche per dimostrare che non solo lo aveva guarito ma lo aveva riempito di forza.
Il Signore fa lo stesso con le nostre malattie spirituali. Egli non solo ci libera dai nostri peccati, ma ci riempie della forza necessaria per osservare i Suoi comandamenti. Perciò anch’io che sono paralitico posso essere guarito. Perché Cristo proprio in questo momento è a Cafarnao, il cui nome significa “Casa di conforto e di consolazione”, che è la Chiesa, poiché la casa del Consolatore è la Chiesa. Anch’io sono paralitico, perché le forze della mia anima sono inerti e non si muovono per fare il bene. Ma se sarò portato dai quattro evangelisti e condotto al Signore, allora lo sentirò chiamarmi “figlio” (perché osservando i suoi comandamenti divento figlio di Dio) e i miei peccati mi saranno perdonati. Ma come posso essere portato a Gesù? Se fanno un’apertura nel tetto. E qual è il tetto? È la mia mente, che sovrasta tutto ciò che è dentro di me. È un tetto fatto di molte tegole di terra e argilla, a significare gli affari terreni. Ma se tutte queste cose vengono allontanate e la forza della mente in noi viene aperta e liberata dal peso delle cose terrene, allora sarò abbassato, cioè sarò umiliato. Infatti non dovrei vantarmi di essere stato alleggerito dalle cose terrene; ma invece, dopo che mi sono alleggerito delle cose terrene, dovrei essere abbassato, cioè umiliato. Allora sarò guarito e prenderò il mio letto, che è il mio corpo, e lo impiegherò per osservare i comandamenti. Perché non solo dovrei essere sollevato dal peccato e comprendere che pecco; dovrei anche prendere il mio letto, cioè alzare il mio corpo e prepararlo a fare il bene. Allora potremo vedere anche con occhi spirituali, affinché tutti i nostri pensieri dentro di noi possano dire: “Cosa simile non l’abbiamo mai vista” , il che significa: “Finora non abbiamo mai capito che eravamo paralitici e ora siamo guariti”. Solo chi è stato mondato dai peccati vede le cose come realmente sono.


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