di Sua Eminenza, il Metropolita Cipriano di Oropos e Filì
(1935-2013)
Nota del webmaster
Il 17 Maggio 2013 (secondo il calendario ecclesiastico), ovvero esattamente sette anni fa, si addormentava nel Signore il Metropolita Cipriano di Oropòs e Filì. Era un uomo spirituale e di grande moderazione, sempre alla ricerca della via regale, contrario a ogni eccesso e a ogni fanatismo. Per questo era visto da alcuni come un fanatico fondamentalista, e da altri come un pericoloso modernista. Vogliamo ricordarlo nella ricorrenza della sua dormizione nel Signore con un suo breve testo. Nel 1976, Padre Seraphim Rose chiese al Metropolita Cipriano (che era al tempo archimandrita) una serie di testi, che pubblicò in inglese su The Orthodox Word, la rivista del Monastero di San Germano d’Alaska a Platina, in California. Quello che segue, una breve presentazione del Monastero dei Santi Cipriano e Giustina, è il primo testo da lui pubblicato.
p. Daniele
IL MONASTERO DEI SANTI CIPRIANO E GIUSTINA
In Fili, Attica
Testimone dell’Ortodossia in Grecia
(tratto da The Orthodox Word vol 12 n. 5 (70) pagg. 150-159)
del Metropolita Cipriano
Per grazia di Dio, il nostro Monastero vide la luce nel 1961.
Quando ero ragazzo, in seguito ad un grave evento personale, feci il voto a San Cipriano di costruirgli una “casa” in cui piangere per i miei peccati e chiamare il prossimo al pentimento, soprattutto i giovani che avevano smarrito la via.
Allo stesso tempo, ebbi in benedizione il fatto di avere, quale padre spirituale, p. Philotheos Zervakos, monaco del Monastero di Longovarda, nell’isola di Paros. Fu grazie a lui se potei mantenere la mia promessa. Così, terminato il servizio di leva, fu miracolosamente trovata e ottenuta l’attuale collocazione del monastero, ed io mi trasferii, il 12 settembre del 1961, in quelle due povere celle appena terminate e che costituivano tutto il corpo dell’edificio.
Il 7 marzo 1962, fu celebrata la prima Divina Liturgia nella chiesa appena costruita e il 13 giugno 1963 servii nel Monastero per la prima volta come prete.
Ero divenuto monaco del piccolo abito nel Monastero del Santo Teologo a Patmos del quale il nostro Monastero era metochio. Col passare del tempo, il nostro eremitaggio crebbe in misura, arrivando a ospitare, nel 1967, fino ad otto monaci (oggi siamo in diciotto).
Nel 1966, per evitare complicazioni con il vescovo locale, fummo costretti a divenire metochio della Sacra Montagna. È bene ricordare che per tutto il tempo in cui facevamo capo alla chiesa ufficiale, seguendo quindi il nuovo calendario, sentivo in me un senso di insoddisfazione, poiché da quello che mi avevano raccontato di loro soprattutto gli anziani, ammiravo molto i vecchiocalendaristi, convinto che lottassero realmente con zelo e umiltà per conservare le Tradizioni.
E se non fosse stato per alcune affermazioni estremiste nei confronti dei neocalendaristi, non avrei esitato ad unirmi subito a loro. Infine, a partire dalla Domenica dell’Ortodossia nel 1968, cominciammo a seguire il vecchio calendario, senza lasciare la chiesa ufficiale e mantenendo in quest’atto la politica della Sacra Montagna.
La reputazione del Monastero, intanto, continuava a crescere. E ciò si doveva a due fattori ben precisi. In primo luogo, al dono che San Cipriano ha di aiutare chi è vittima di influenze demoniache e magia nera. Oggi, molti che soffrono a causa di queste arti demoniache vengono a San Cipriano per trovare la loro guarigione, e in tal modo si è molto accresciuto il numero dei pellegrini. Il secondo fattore è che, le persone assetate di pace spirituale trovano nel nostro Monastero un luogo nel quale pregare e confessarsi, che è vicino al mondo, ma che mantiene intatto il sapore della Tradizione. Qui si sono verificati molti miracoli e innumerevoli anime hanno confessano e ancora confessano per questo la gloria di Dio.
Il 9 Settembre 1967 furono consacrate la chiesa principale del Monastero e la cappella a San Nettario della Pentapoli. Nell’agosto 1968 erigemmo una cappella a San Serafino di Sarov e nel 1969 un’altra a San Gerasimo di Cefalonia. Infine, nell’estate del 1975, l’enorme affluenza di pellegrini rese necessaria la costruzione della nuova parte del Monastero consistente in una grande chiesa, stanze per alloggiare i visitatori, un negozio per i nostri lavori artigianali, un confessionale e altre stanze, in modo da poter ricevere i fedeli senza turbare la vita dei fratelli che seguono il regime monastico. La consacrazione della nuova chiesa ebbe luogo il 31 maggio, nella Domenica dei 318 Santi Padri del Primo Concilio ecumenico. La costruzione di questi edifici è un vero e proprio miracolo, giacché furono eretti durante un brevissimo lasso di tempo in condizioni legali e finanziarie tutt’altro che favorevoli.
La Chiesa dei Veri Cristiani Ortodossi
Intanto, non avevamo perso di vista i problemi della fede. Quando la chiesa ufficiale, rappresentata dall’Arcivescovo Ieronymos, successore dello straordinario e tradizionalista Arcivescovo Chrysostomos, non fece nulla per opporsi all’eresia dell’ecumenismo che guadagnava costantemente terreno, soprattutto per le azioni del Patriarca Atenagora, decidemmo di unirci al Santo Sinodo dei Veri Cristiani Ortodossi. Questa fu una scelta motivata esclusivamente da ragioni di fede. Ragioni che seguivano i dettami della Tradizione, e in linea con quanto espresso nel quindicesimo canone del Primo e Secondo Concilio. Prendemmo questa decisione, per la Grazia di Dio, nel gennaio 1969.
Ma quali sono le ragioni principali della lotta cominciata nel 1924? Prendiamo ad esempio la condotta straordinariamente Ortodossa e di stampo patristico del santo Arcivescovo Crisostomo Kavourides, primo pastore dei veri Cristiani Ortodossi. Questo santo gerarca predicò e seguì fedelmente questa linea: “Ci siamo uniti nella lotta per la restituzione alla chiesa del vecchio calendario dei Padri, non con l’intento di creare divisioni ecclesiastiche irreparabili, ma con quello di raggiungere la pacificazione della Chiesa e l’unità di tutti i cristiani nelle celebrazioni. Quando avremo riportato questo baluardo dell’Ortodossia al suo luogo originario, noi non solo appoggeremo l’Autorità Ortodossa del Patriarcato Ecumenico e della Chiesa Greca, che i modernisti hanno indegnamente stravolto, ma impediremo anche gli eccessi ai quali la lotta del calendario ha portato: quei preti infatti, i quali nella loro ignoranza teologica e canonica hanno cresimato i bambini dei neocalendaristi, hanno grandemente danneggiato la nostra lotta diminuendone la credibilità Ortodossa.” (da una lettera dell’Arcivescovo Crisostomo al Vescovo Germano delle Cicladi, Atene, 9 Novembre 1937).
Un assennato zelo
Sfortunatamente questa linea di condotta perfettamente Ortodossa non viene sempre seguita così che, talvolta, succede che un pio zelo si trasformi in assurdo estremismo. Lo “zelo privo della conoscenza” ha purtroppo infettato molti, per i quali noi preghiamo tornino alla retta via. Vorremmo davvero udire più parole di moderazione. La vostra introduzione alla lettera del Metropolita Filarete ci ha molto impressionato per la sua spiritualità profonda e sapiente. Invece, tanti vedono le cose in bianco o nero: o tutti sono eretici o non lo è nessuno! Bisogna comunque rammentare, nel giudicare tali punti di vista, l’estremismo della Chiesa di Stato, la quale ha manifestato ufficialmente la necessità di riordinare il nostro clero e ripetere i matrimoni da loro celebrati. Se la scelta si pone tra l’eresia e l’apostasia della Chiesa ufficiale da un lato e certi estremismi dall’altro, non è difficile intuire da che parte ci condurrà la nostra coscienza di Ortodossi.
La vita nel nostro Monastero
Nel nostro Monastero, oltre ai nostri Santi, naturalmente, veneriamo in particolar modo San Nettario della Pentapoli, San Gerasimo di Cefalonia, San Serafino di Sarov, San Demetrio il grande martire, per i quali abbiamo delle cappelle, e anche San Cristoforo e san Giovanni Kalivita ai quali abbiamo dedicato gli altari laterali della nostra nuova chiesa. In Atene abbiamo un Metochio con una chiesa dedicata a San Teodoro Studita e una sala per conferenze. Inoltre abbiamo fondato quest’anno, per grazia di Dio, una comunità sull’isola di Eubea in onore di San Giovanni il Precursore (24 giugno). E sull’isola di Kalimnos, uno Ieromonaco del Monastero, Padre Callinico, lavora con grande abilità missionaria avendo lui stesso creato la Parrocchia di San Niceta, un convento e un Monastero. Qualche anno fa, sempre con la costante benedizione e supervisione del nostro Monastero, venne iniziato un convento ad Afidne, Attica, dedicato ai Santi Angeli e con la piissima Madre Cipriana quale badessa. Qualche mese fa, invece, ci siamo duramente impegnati al fine di iniziare una piccola casa di riposo vicina al Monastero, nella quale le donne anziane possano prepararsi fisicamente e spiritualmente per il loro ultimo viaggio, che le porterà nel seno del nostro progenitore Abramo.
Il nostro Typicon è come segue. Ogni giorno celebriamoal mattino la Divina Liturgia. Fino a poco tempo fa, la celebrazione avveniva anche di notte, ma il flusso di pellegrini in costante aumento e la stanchezza dei fratelli, ci hanno obbligato a celebrare la liturgia notturna soltanto il Lunedì notte. Dopo la Liturgia Mattutina, martedì, giovedì e sabato, c’è un piccolo pasto, quindi, fino a mezzogiorno, i monaci attendono ai loro obblighi. Prima del pranzo, che si tiene alle dodici, si leggono le Ore. Segue un po’ di tempo libero e studio fino alle 15.15, quando recitiamo l’Ora nona e i Vespri con il Theotokarion. Poi i fratelli si dedicano ancora alle loro occupazioni fino alle 18.30, ora in cui si serve il tè, dopo del quale recitiamo la Compieta e il mattutino, con qualche lettura patristica. Dopodiché i fratelli possono ritirarsi nelle loro celle per studiare e seguire la loro personale regola di preghiera. La sveglia è alle 5.00.
La Domenica e nelle grandi feste l’ordine muta leggermente per favorire quei pellegrini che vengono alle nostre funzioni anche dai luoghi più remoti. Così nel Monastero è entrato il lavoro missionario, con confessioni, preghiere e la pubblicazione di testi spirituali quali ad esempio la vita dei nostri Santi patroni, la vita di santa Xenia di Pietroburgo o quella di Santo Ermanno dell’Alaska. Il mercoledì dopo i vespri riceviamo le persone vittime di influenze demoniache o magia nera. E cantiamo una Paraclisi ai nostri Santi con le preghiere dell’esorcismo. Il numero di fedeli che soffre per tali influenze maligne è in costante aumento e ciò dimostra quanto sia radicata la sofferenza di questo mondo sotto la sua apparente felicità e quanto sia forte l’eco della nostra Santa madre Chiesa nell’anima umana.
I monaci, continuamente corroborati dalla grazia dei Santi Misteri, lottano con preghiere per santificare l’opera delle loro mani, loro seconda occupazione, mentre il principale compito destinatogli è la coltivazione interiore e il raggiungimento dell’immagine di Dio. La preghiera unita al silenzio, lo studio dei tesori dei Padri e la vita sacramentale, portano a quel tanto atteso rinnovamento in Cristo e a quell’umiltà, amore e mitezza che regnano nel Paradiso Terrestre del nostro Monastero. Da noi viene data la massima importanza all’obbedienza, al di sopra di ogni interesse personale; una obbedienza che sia comunione tra il padre spirituale e il discepolo. Quando il monaco ama sinceramente il suo Anziano, lo rispetta e vede in lui l’opera di Dio che lavora per la sua salvezza, quel monaco possiede un fondamento sicuro per quell’edificio radioso che è la sua vita in Cristo. Se i monaci sono uniti al loro Superiore saranno uniti anche fra loro in Cristo; e, divenendo un corpo solo, quali membri di questo corpo, essi lavorano insieme alla Gloria dell’Unico Dio Trino e per il bene della Chiesa Libera. Perché i buoni Monasteri sono i polmoni della Chiesa. E attraverso di essi la Chiesa respira. E quando questi polmoni sono sani in Cristo, anche il corpo lo è.
Su Vladyka Giovanni Maximovitch abbiamo udito molto, soprattutto dal nostro amico Padre Ambrosie Fontrier di Parigi. Abbiamo sempre avuto una speciale venerazione per lui come nuovo santo della nostra chiesa. Abbiamo una sua icona in chiesa e quest’anno lo veneriamo con riverenza e lo commemoriamo con una litania dopo la Divina Liturgia. Considero un onore l’opportunità di pregarlo e descriverne le gesta. Cercheremo con il suo aiuto di scrivere qualche inno in suo onore per gli anni a venire. Intanto abbiamo scritto questo tropario.
TONO 3: “DI FEDE DIVINA”
Tu che hai diffuso ovunque il dolce effluvio
Di mirra delle tue virtù a tutti gli Ortodossi,
O Giovanni, astro lontano dalla Russia,
Con l’esempio del digiuno e la preghiera
Sei divenuto il prototipo dei pastori.
Prega, o Padre, la Trinità
Di salvarci dal pericolo delle eresie.
Noi vi chiediamo di non smettere mai di pregare Dio di dare alle sue Chiese locali pace e armonia, così che tutti gli ortodossi del mondo possano glorificare insieme il Suo “Nome grandioso e degno di lode con una sola bocca e un solo cuore.”