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Il Verbo si fece carne

Omelia di San Giovanni di Kronstadt sulla Natività di Cristo

Il Verbo si fece carne: ovvero, il Figlio di Dio, coeterno a Dio Padre e al Santo Spirito, si fece uomo, incarnandosi dallo Spirito Santo e della Vergine Maria. O mistero mirabile, tremendo e salvifico! Colui che era senza inizio assunse un inizio secondo l’umanità; colui che è senza carne si è incarnato. Dio si è fatto uomo, senza smettere di essere Dio. L’Inaccessibile divenne accessibile a tutti, sotto l’aspetto di un umile servo. Perché e per quale ragione c’è stata una tale condiscendenza da parte del Creatore verso le Sue creature colpevoli, verso l’umanità che, con un atto di propria volontà, si era allontanata da Dio, suo Creatore?
Accadde a motivo di una suprema, indicibile misericordia verso la Sua creazione da parte del Maestro, che non poteva sopportare di vedere l’intero genere umano – che Egli aveva dotato, creandolo, di doni meravigliosi – schiavo del diavolo e quindi destinato alla sofferenza e al tormento eterni.
E il Verbo si fece carne! per mutare noi, esseri terrestri, in esseri in celesti, per mutare i peccatori in santi; per sollevarci dalla corruzione all’incorruttibilità, dalla terra al cielo; dall’essere schiavi del peccato e del diavolo alla gloriosa libertà dei figli di Dio; dalla morte all’immortalità, per farci figli di Dio e per farci sedere insieme con Lui sul Trono come suoi regali figli.
O infinita compassione di Dio! O indicibile sapienza di Dio! O grande meraviglia, che stupisce non solo la mente umana, ma anche quella degli angeli!

Glorifichiamo Dio! Con la venuta del Figlio di Dio nella carne sulla terra, con la Sua offerta di Sé stesso in sacrificio per il genere umano peccatore, è donata a coloro che credono la benedizione del Padre Celeste, in cambio della maledizione che era stata pronunciata da Dio al principio. Essi vengono così adottati e ricevono la promessa di un’eredità eterna di vita. Ad una umanità orfana a causa del peccato, il Padre celeste ritorna nuovamente, attraverso il mistero della rinascita, cioè attraverso il battesimo e il pentimento. Gli uomini vengono liberati dall’autorità tormentosa e mortale del diavolo, dalle afflizioni del peccato e dalle passioni.
La natura umana è deificata in grazia della sconfinata compassione del Figlio di Dio. I suoi peccati sono purificati. Coloro che erano contaminati sono santificati. I malati sono guariti. Ai disonorati sono conferiti onore e gloria senza fine.

Coloro che sono nelle tenebre sono illuminati dalla divina luce della grazia e della ragione.
All’intelletto umano è data la potenza razionale di Dio: noi abbiamo ora la mente di Cristo (Cor. 2, 16), dice il Santo apostolo Paolo. Al cuore umano è donato il cuore di Cristo. Il deperibile è reso immortale. Quanti erano nudi e feriti dal peccato e dalle passioni sono ora adornati della gloria divina. Coloro che avevano fame e sete sono saziati e placati dalla Parola di Dio che nutre e rafforza l’anima e dal Corpo purissimo e dal Sangue Divino di Cristo. Gli inconsolabili vengono consolati. Quanti erano colpiti dal diavolo sono stati – e continuano ad essere – liberati.

Che cosa dunque ci è richiesto, fratelli, per poterci avvalere di tutta la grazia portataci dall’alto con la venuta sulla terra del Figlio di Dio? Ciò che è necessario, anzitutto, è la fede nel Figlio di Dio, nel Vangelo come insegnamento celeste e salvifico; un vero pentimento dei peccati e la correzione della vita e del cuore; comunione nella preghiera e nei Misteri [sacramenti]; la conoscenza e l’adempimento dei comandamenti di Cristo. Sono necessarie anche le virtù: umiltà cristiana, elemosina, continenza, purezza e castità, semplicità e bontà di cuore.

Portiamo dunque, fratelli e sorelle, queste virtù in dono a Colui che è nato per la nostra salvezza, portiamole al posto dell’oro, dell’incenso e della mirra che gli portarono i Magi, come per Colui che è Re, Dio e Uomo, e che venne a morire per noi. Questa, da parte nostra, sarà la forma più gradita di sacrificio a Dio e al Bambino Gesù Cristo.

Amen.


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