San Gerolamo di Egina
Insegnamenti sulla preghiera
Che tu abbia zelo o meno, non smettere di pregare per non diventare negligente nella tua preghiera. Non cessare per nessun motivo di pregare e non divenire negligente in questo. E cerca di versare una lacrima ogni notte.
Non lasciar passare un giorno senza la preghiera; e la tua preghiera non sia senza lacrime.
Persevera nella preghiera e accrescila. Di’ le preghiere che la nostra Chiesa ha prescritto: l’Esapsalmo, la Piccola Compieta, la Paraclisi, ecc. Leggi dal libro di preghiera, ma poi lascia i libri da parte per un po’. Cioè, senza il libro, al di là delle parole di preghiera che vi sono scritte, parla a Cristo per tuo conto. Parlagli con semplicità dal profondo del tuo cuore, come se tu lo vedessi innanzi a te: “Padre mio, ho peccato; Non ho speso la mia giornata in modo spirituale, ma tra le cose del mondo. Ho giudicato, parlato, riso, mangiato troppo, non ho pregato. Ho avuto tante debolezze e cadute. Perdonami, Signore” e così via.
Parlagli così e Cristo avrà pietà di te e ti donerà le lacrime. Ed è necessario che vengano le lacrime, poiché tali lacrime di preghiera ti daranno forza e gioia. Porteranno via la tua angoscia.
Proprio come, quando non si lavora, non si ottiene salario, allo stesso modo senza fatica, sforzo, diligenza, preghiera, ecc, non verranno doni spirituali, né alcun gusto per le cose sante e spirituali.
Umiltà, lacrime, preghiere, e un’anima pura. Le lacrime non vengono quando non si è trascorsa la giornata bene, in modo spirituale.
Se un giorno intero è passato senza che hu abbia sentito il Cristo nel tuo cuore con la preghiera, la lettura del Salterio e del Vangelo, ecc, consideralo un giorno sprecato.
Supplica con le lacrime, come Maria Maddalena, dicendo: “Non abbandonarmi, Cristo mio! Non lasciarmi da solo, Cristo mio! Mio dolce Cristo, non prendere la mia anima prima ch’io sia divenuto del tutto tuo!”
Con ogni preghiera, versa una lacrima. E quando sei pieno di compunzione, non dirlo ad alcuno, poiché è un dono divino che potresti perdere.
*Tratto da Aghios Kyprianos, No. 305 (novembre-dicembre 2001), p. 96.
Versione italiana su Luce Vita, n. 12