Alcune parole sul pentimento e sull’autocorrezione di San Mosè di Optina
Ascoltami. Non rattristare la tua anima perché sei debole e non migliori. Certo, forse non stai davvero migliorando, ma spero che magari tu stia migliorando un po’, in ciò che non puoi vedere, e questo è molto. Quell’autocorrezione non sarà granché, sarà forse quasi insignificante, ma può bastare per la salvezza. Ti dirò almeno in parte qualcosa di cui non sei a conoscenza e che ti capita di tanto in tanto.
Se mai mostrerai misericordia a qualcuno, sarai perdonato.
Se solidarizzi con chi soffre, sarai annoverato tra i martiri.
Se perdoni chi ti offende, non solo ottieni il perdono dei tuoi peccati, ma diventi anche figlio del Padre Celeste.
Se preghi con fervore per la salvezza, anche se poco, sarai salvato.
Se rimproveri, incolpi e condanni te stesso davanti a Dio per i peccati che senti sulla coscienza, solo per questo sarai giustificato.
Se confessi i tuoi peccati davanti a Dio, la tua ricompensa è il perdono.
Se provi dolore per i tuoi peccati o entri in uno stato d’animo di preghiera amorevole o piangi o sospiri, anche quel tuo sospiro non gli rimarrà nascosto: «Non gli rimane nascosta», dice San Simeone il Nuovo Teologo, «neppure una sola lacrima o una stilla di lacrime».
E San Giovanni Crisostomo dice: «Se ti addolori anche un po’ a causa del peccato, il Signore lo accetterà come motivo della tua salvezza».
Vedi quante cose hai corretto che non conosci nemmeno? Ecco perché è meglio che tu ti vanti prima delle tue debolezze e non delle tue correzioni.
Lascia che siano misurati dal nostro giusto Rimuneratore, e guardiamo solo ai nostri peccati e pentiamoci per essi tutti i giorni, per assicurarci che siano perdonati.