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La guarigione del lunatico

Commento alla pericope evangelica della decima Domenica di Matteo. (Matteo 17, 14-23)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

14-15. E quando furono giunti alla folla, un uomo gli si accostò, inginocchiandosi davanti a lui, e dicendo: «Signore, abbi pietà del mio figliuolo, poiché egli è lunatico, e malamente soffre; poiché spesso cade nel fuoco, e spesso nell’acqua.» Che quest’uomo sia estremamente incredulo lo si evince dalle parole che Cristo gli disse in risposta, «o generazione incredula», e dal fatto che quell’uomo stesso biasimò i discepoli. La luna non era la causa, ma piuttosto, il demone avrebbe notato quando la luna era piena, e poi si sarebbe avventato sulla sua vittima, in modo che gli uomini bestemmiassero le opere create di Dio come malefiche. Tu dunque, o lettore, comprendi che è un uomo stolto quello che muta come la luna, come sta scritto [Ecclesiastico 27, 11], a volte crescendo grande in virtù, altre volte calando e scomparendo del tutto. Allora l’uomo stolto diventa folle e cade nel fuoco dell’ira e della lussuria, e nell’acqua, cioè le onde delle molte preoccupazioni della vita, in cui abita il diavolo Leviatano, colui che regna sulle acque. Perché le cure dei ricchi non sono forse come onde che si susseguono in rapida successione?

16-18. «Ed io l’ho presentato ai tuoi discepoli, ma essi non l’hanno potuto guarire.» E Gesù, rispondendo, disse: «Ah, generazione incredula e perversa! fino a quando mai sarò con voi? fino a quando mai vi sopporterò? conducetemelo qua.» E Gesù sgridò il demonio, ed egli uscì di lui; e da quell’ora il fanciullo fu guarito. Vedi come l’uomo ha scaricato la colpa della propria mancanza di fede sui discepoli, dicendo che erano troppo deboli per guarire? Il Signore, dunque, lo svergogna per aver accusato i discepoli, dicendo: «O generazione incredula», ovvero: «Non è tanto colpa della debolezza dei discepoli quanto della vostra mancanza di fede, che, essendo grande, ha prevalso in misura uguale alla loro forza.» Egli rimprovera non solo quest’uomo, ma tutti coloro che mancano di fede, anche gli astanti, dicendo: «Fino a quando starò con voi?» Il Cristo mostra di desiderare ardentemente la passione sulla croce e la sua dipartita da loro. Dice infatti: «Fino a quando vivrò tra gli schernitori e gli icreduli? E Gesù lo rimproverò: chi fu rimproverato? Il lunatico. Da ciò risulta che anche lui mancava di fede e la sua mancanza di fede aveva dato occasione al demonio di entrare in lui.

19-21. Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, dissero: «Perché non abbiamo noi potuto cacciarlo?» E Gesù disse loro: «Per la vostra incredulità; poiché io vi dico in verità, che se avete di fede quanto un granello di senape, voi direte a questo monte: Passa di qui a là, ed esso vi passerà; e niente vi sarà impossibile. Ora, questa generazione di demoni non esce fuori, se non per orazione e digiuno.» Gli apostoli temevano di aver perso la grazia contro i demoni che era stata loro data; per questo chiesero a Gesù in privato e con grande ansia. Ma il Signore li rimprovera per essere imperfetti nella fede, dicendo: «A causa della vostra incredulità. Infatti, se aveste una fede fervente e ardente, fareste grandi cose anche se sembrano piccole.» La posizione delle montagne che gli Apostoli avrebbero potuto spostare non è registrata da nessuna parte, tuttavia è probabile che le spostassero, ma l’evento non fu scritto; perché non tutto era scritto. Oppure, secondo un’altra interpretazione, non hanno spostato una montagna perché non c’era stata occasione di farlo, ma hanno fatto cose ancora più grandi. Notate come il Signore disse: «Direte a questo monte: spostati di qui»; in altre parole, il monte si muoverà quando direte la parola. Ma gli Apostoli non dissero la parola perché non ce n’era né occasione né necessità, e quindi non spostarono i monti. Ma se davvero avessero parlato, si sarebbero mossi. «Questa generazione di demoni non esce fuori, se non per orazione e digiuno.» Perché coloro stessi che sono indemoniati devono digiunare, così come quelli che dovrebbero guarirli; poi viene la preghiera, preceduta dal digiuno, non dall’ubriachezza. Capite, dunque, che anche la fede perfetta è come il granello di senape, considerato senza valore a causa della stoltezza della predicazione. Tuttavia, se trova un buon terreno, diventa un albero su cui possono posarsi le creature alate del cielo, cioè i pensieri che si librano. Chi dunque ha fede perfetta può dire a questo monte, cioè al demonio: Togliti di qui. Perché Cristo si riferiva anche al demone che era uscito.

22-23. Ora, mentre essi conversavano nella Galilea, Gesù disse loro: «Accadrà che il Figlio dell’uomo sarà dato nelle mani degli uomini; ed essi lo uccideranno, ma il terzo giorno egli risusciterà.» Ed essi ne furono grandemente rattristati. Predice continuamente la Passione, perché nessuno pensi che abbia sofferto controvoglia, e anche per educarli a non essere scossi dall’imprevisto quando si verifica. Al dolore sposa la gioia del fatto che Egli risorgerà.


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