La pietra scartata dai costruttori
Commento alla pericope evangelica della tredicesima Domenica di Matteo. (Matteo 21, 33-42)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria
33. C’era un uomo, un padrone di casa che piantò una vigna e vi pose intorno una siepe, scavò in essa un torchio, edificò una torre, e la consegnò ai contadini e partì. Ancora un’altra parabola porta loro, mostrando che sebbene fossero ritenuti degni di ricevere un incommensurabile grado di cura per la loro condizione, non erano migliorati. L’uomo, il “padrone di casa” è il Signore che nel suo amore per l’uomo si definisce uomo. La vigna è il popolo ebraico, piantato da Dio nella terra promessa. Poiché dice: “Tu lo porterai e lo pianterai sul tuo monte santo.” [Es 15, 17] La siepe è la legge che impediva loro di mescolarsi con i Gentili; oppure sono i santi angeli che custodivano Israele. Il torchio è l’altare; la torre, il tempio. I contadini sono i maestri del popolo, i farisei e gli scribi. Il padrone di casa, Dio, andò in un paese lontano quando non parlò più loro in una colonna di nubi. Oppure, la partenza di Dio in un paese lontano è la Sua longanimità; poiché quando Egli è longanime e non insegue i trasgressori, chiedendo loro conto, sembra che sia addormentato o assente per un viaggio lontano.
34-39. Quando poi si avvicinò il tempo dei frutti, inviò i suoi servi dai contadini a prendere i suoi frutti. I contadini presero i suoi servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Di nuovo inviò altri servi, più dei primi, e fecero loro lo stesso. Alla fine inviò da loro suo figlio, dicendo: Avranno riguardo per mio figlio. Invece i contadini, vedendo il figlio, dissero tra loro: Questi è l’erede, venite, uccidiamolo e avremo la sua eredità. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Negli anni dei profeti si avvicinava il tempo del frutto. Infatti i servi inviati sono i profeti, che furono ingiuriati in vari modi dai vignaioli, cioè i falsi profeti e i falsi maestri di quei tempi. Uno lo picchiarono, come fecero con Michea quando Sedechia lo colpì sulla mascella [III Re (I Re) 22, 24]; ne uccisero un altro, come fecero con Zaccaria [il padre di Giovanni il Precursore] tra il tempio e l’altare; un altro lo lapidarono, come fecero con Zaccaria, figlio del sommo sacerdote Jehoiada [II Cron. 24, 21]. Successivamente il Figlio di Dio fu inviato e apparve nella carne. Disse: “Avranno pietà di mio Figlio”, non senza sapere che lo avrebbero ucciso, ma a significare ciò che sarebbe accaduto. Infatti, dice, avrebbero dovuto onorare la dignità del Figlio anche se avevano ucciso i servi. Ma i contadini lo videro e dissero: Questi è l’erede; venite, uccidiamolo. Anche i Giudei dissero: «Questo è il Cristo» e lo crocifissero. Lo cacciarono fuori della vigna, perché il Signore era stato ucciso fuori della città. Ma poiché diremmo anche che la vigna è il popolo, Cristo è stato ucciso dai farisei, vignaioli malvagi, fuori della vigna, cioè fuori e fuori dalla volontà del popolo ingenuo.
40-41.«Quando dunque verrà il padrone della vigna, cosa farà a quei contadini?» Gli dissero: «Malamente i malvagi li distruggerà e consegnerà la vigna ad altri contadini che gli daranno i frutti al loro tempo». Quando? Alla seconda venuta? Sembra che abbia questo significato, ma un significato migliore è questo: il signore della vigna è Dio Padre che ha mandato il suo Figlio che è stato da loro ucciso. Quando verrà, cioè quando disprezzerà l’illegalità commessa dagli ebrei, allora li distruggerà miseramente inviando l’esercito romano. E la sua vigna, cioè il suo popolo, la darà ad altri vignaioli, cioè ad apostoli e maestri. Per vigna intendete anche le Divine Scritture, nelle quali la siepe è la lettera, il torchio scavato è la profondità dello Spirito, e la torre è la teologia, alta ed esaltata. Queste Scritture, quindi, furono inizialmente possedute da cattivi agricoltori, i farisei; ma Dio li ha lasciati uscire a noi che li coltiviamo bene. Ma uccisero il Signore fuori della vigna, cioè fuori di ciò di cui parlava la Scrittura.
42-44. Gesù disse loro: «Non avete letto mai nelle Scritture: La pietra che respinsero i costruttori, questa è diventata capo d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è un prodigio agli occhi nostri?» [Perciò vi dico: il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una nazione che porti frutto. E chiunque cadrà su questa pietra sarà frantumato: e su chiunque essa cadrà, lo stritolerà in polvere che sarà dispersa.] La pietra significa Cristo stesso; i costruttori sono i maestri dei Giudei che lo rigettarono come se fosse inutile, dicendo: “Tu sei un Samaritano e sei indemoniato”. Ma quando risuscitò dai morti, fu posto come capo d’angolo, cioè divenne capo della Chiesa, unendo Giudei e Gentili in un’unica fede. Infatti, come la pietra che forma l’angolo di un edificio rende continui i muri che conducono ad esso e ne escono, così Cristo ha unito tutti insieme in un’unica fede. Questo angolo è un prodigio ed è opera del Signore. [Sal. 117, 22-23] Poiché la Chiesa che ci avvicina e ci unisce nella fede è opera del Signore ed è degna di ogni meraviglia, tanto è ben costruita. E in un altro senso è un prodigio, perché la Parola di Cristo è stata confermata e sostanziata da prodigi, cioè miracoli, così che la composizione della Chiesa è meravigliosa. Il regno di Dio, cioè la vicinanza con Dio, è stato tolto agli ebrei e dato a coloro che credevano. Coloro che inciampano contro la Roccia di Cristo e si scandalizzano di Lui non solo saranno schiacciati alla seconda venuta, ma già qui in questa vita saranno dispersi come polvere da Cristo. Sono stati sparsi su tutta la terra, come ora vediamo che sono gli ebrei. Comprendi che colui che viene ridotto in polvere per essere disperso è disperso fuori, nella diaspora.