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L’Incontro del Nostro Signore

Letture per la Festa dell’Ypapandì

AL MATTUTINO
Evangelo secondo Luca (2, 25-32)
In quel tempo c’era in Gerusalemme un uomo chiamato Simeone; quest’uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione d’Israele e lo Spirito Santo era su di lui. Egli aveva ricevuto il responso dallo Spirito Santo che non avrebbe visto morte prima d’aver visto il Cristo Signore. Mosso dallo Spirito venne nel tempio e mentre i genitori facevano entrare il bambino Gesù per compiere a suo riguardo quanto ordinava la Legge, egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: “Ora, o Sovrano, congedi il tuo servo, secondo la tua parola, in pace; perché i miei occhi hanno visto il tuo Salvatore, che hai preparato davanti a tutti i popoli, luce di rivelazione per le genti e gloria del tuo popolo Israele”.

ALLA LITURGIA

Prochimeno
L’anima mia magnifica il Signore e ha esultato il mio spirito in Dio mio salvatore.
Perché ha chinato lo sguardo sulla piccolezza della sua serva. (Lc 1, 46-48)

Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (7, 7-17)
Fratelli, non si discute che il minore sia benedetto dal maggiore. Qui uomini mortali ricevono le decime; là invece colui di cui è testimoniato che vive. Per così dire, anche Levi – che riceve le decime – ha versato le decime in Abramo, perché gli venne incontro Melchisedek quando era ancora nei lombi di Abramo. Se dunque la perfezione fosse venuta per mezzo del sacerdozio levitico – sotto di esso il popolo ha ricevuto la Legge – che bisogna c’era che sorgesse un altro sacerdote, secondo l’ordine di Melchisedek, e non fosse detto, invece, “secondo l’ordine di Aronne”? Infatti, cambiato il sacerdozio, necessariamente avviene anche il cambiamento della Legge. Colui del quale si dicono queste cose, ha fatto parte di un’altra tribù, della quale nessuno si è occupato dell’altare. E’ palese infatti che il Signore nostro è germinato da Giuda, e di tale tribù Mosè nulla disse riguardo a sacerdoti. Ciò è ancora più evidente, se sorge un altro sacerdote a somiglianza di Melchisedek, il quale è stato costituito tale non secondo la legge d’un ordine carnale, ma secondo una forza di vita indistruttibile. Infatti è attestato: Tu sei sacerdote per l’eternità, secondo l’ordine di Melchisedek.

Alleluia
Ora, o Sovrano, congedi il tuo servo, secondo la tua parola, in pace, perché i miei occhi hanno visto il tuo Salvatore,
Luce di rivelazione per le genti e gloria del tuo popolo Israele. (Lc 2, 29-30. 32)

Evangelo secondo Luca (2, 22-40)
In quel tempo i genitori portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: “Ogni maschio che apre la matrice, sarà sacro al Signore”, e per offrire un sacrificio, secondo ciò che è detto nella Legge del Signore: “Una coppia di tortore o due pulcini di colombi”. Ed ecco, c’era in Gerusalemme un uomo chiamato Simeone; quest’uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione d’Israele e lo Spirito Santo era su di lui. Egli aveva ricevuto il responso dallo Spirito Santo che non avrebbe visto morte prima d’aver visto il Cristo Signore. Mosso dallo Spirito venne nel tempio e mentre i genitori facevano entrare il bambino Gesù per compiere a suo riguardo quanto ordinava la Legge, egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: “Ora, o Sovrano, congedi il tuo servo, secondo la tua parola, in pace; perché i miei occhi hanno visto il tuo Salvatore, che hai preparato davanti a tutti i popoli, luce di rivelazione per le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Giuseppe e sua madre erano meravigliati di quanto era stato detto di lui. Simeone li benedisse e a Maria, la madre di lui, disse: “Ecco, egli è posto per caduta e risurrezione di molti in Israele, e come segno di contraddizione – una spada ti trapasserà l’anima – affinché vengano svelati i pensieri di molti cuori”. C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Essa era molto avanti negli anni, avendo vissuto con il marito sette anni dalla sua verginità, poi era rimasta vedova sino a ottantaquattro anni, non si allontanava dal tempio e rendeva culto notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quello stesso momento, rendeva grazie a Dio e parlava di lui a tutti quelli che aspettavano la redenzione d’Israele. Quando ebbero compiuto tutto secondo la Legge del Signore, ritornarono in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.


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