CHIESA DEI VERI CRISTIANI ORTODOSSI DI GRECIA
Santo Sinodo
Protocollo n. 3026 Atene, 01 / 14 Aprile 2020
«Per la tua passione, o Cristo, siamo stati liberati dalle passioni
e per la tua risurrezione siamo stati liberati dalla corruzione, Signore, gloria a Te!»
Cari Padri e Fratelli nel Signore Risorto,
La Santa Risurrezione del nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo è il più grande miracolo della nostra fede cristiana. Ci rende felici, perché ha liberato l’umanità dalle passioni e l’ha liberata dalla corruzione del peccato, dal Diavolo e dalla morte. Le menti dei fedeli sono illuminate dalla Luce della Risurrezione che ha riempito il cielo, la terra e l’inferno, e il cuore dei cristiani trasalisce di gioia e allegrezza.
La scienza può progredire, ma non potrà mai concederci una tale luce, eterna e vittoriosa, come la Luce della Risurrezione. E per quante siano le invenzioni e le scoperte che facciamo per migliorare la vita dell’uomo sulla terra, nessuna potrà mai offrirci tanta vera gioia e felicità come la gioia e la felicità della Risurrezione.
Ed ecco il perché: quando giunge la morte, anche se solo per un virus invisibile e microscopico come oggi il coronavirus, le luci della scienza si spengono, nonostante gli sforzi zelanti, lodevoli ed esaustivi dei medici per cercare di affrontare il male. D’altra parte, la Luce di Cristo diventa, per coloro che passano alla vera Vita, anche attraverso la morte biologica, vale a dire per il vero cristiano ortodosso, incomparabilmente più radiosa e splendente. Quanto alle gioie di questo mondo, per quanto promettenti, per quanto desiderabili possano apparire, prima o poi arriverà il momento in cui verranno meno. Ma la gioia della risurrezione di Cristo è senza limite e senza fine, e cresce e non fa che aumentare nell’eternità.
Per ora, in questa vita, abbiamo solo un assaggio di questa beatitudine eterna. E se è difficile per qualsiasi anima cristiana, in questa vita, descrivere i suoi sentimenti e la sua esperienza della Risurrezione, che dire dell’ineffabile abbondanza di beni eterni che il nostro Risorto ha preparato per quelli tra noi che credono in Lui e che Lo amano, e dei quali Egli desidera ardentemente di farci partecipi?
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Tuttavia, miei cari Fratelli, come ha fatto Cristo, il Dio-uomo, a vincere? In che modo ci ha riscattati e liberati dalla tirannide delle passioni e della corruzione?
Con la sua immacolata passione e la sua croce vivificante. «Diedi la mia schiena ai flagelli, le mie guance ai colpi e non ho distolsi il volto dal disprezzo degli sputi», si proclama dai tempi antichi attraverso il profeta Isaia (50, 6). Per amore di noi, delle sue creature ingrate, per il perdono dei nostri peccati, il Capo della nostra Fede fu condannato a subire un’orrenda flagellazione. Schernirono il Messia, gli posero in capo una corona di spine, lo schiaffeggiarono e gli sputarono addosso. Grazie alla sua passione volontaria e alle sue ferite, siamo stati guariti dalle nostre infermità. E il Sovrano sopportò tutto in silenzio, con grande pazienza, per insegnarci a sopportare anche tutte le prove senza lamentarci. E infine lui subì la morte più terribile e degradante, la morte di Croce, «disprezzando l’obbrobrio» (Ebrei 12, 2).
E tutto ciò affinché la sofferenza sia d’ora in poi santificata e diventi anche fonte di gioia per coloro che soffrono per la vera Fede: «Gioisco ora delle mie sofferenze per voi» (Col. 1, 24), proclama l ‘Apostolo Paolo, e afferma altrove «siamo orgogliosi delle nostre afflizioni» (Rom. 5, 3). Questo è il motivo per cui i santi della nostra Chiesa, i martiri, gli asceti e i confessori della fede si rallegrano quando sopportano privazioni, sacrifici e ogni tipo di sofferenza per il nostro amato Salvatore. Anche noi, in questi giorni, siamo soggetti a limitazioni e tribolazioni, afflizioni e sofferenze, e in particolare a causa dell’impossibilità di essere fisicamente presenti agli Uffici della Chiesa, il che ci impedisce di proclamare tutti insieme, attraverso la nostra comune partecipazione alla Divina Liturgia e alla Santa Eucaristia, la nostra irremovibile convinzione che la Vita è più forte della morte e che la Santa Resurrezione del nostro Salvatore supera ogni paura della morte.
Senza voler essere “profeti di sventura”, possiamo solo dire che gli eventi recenti possono essere l’inizio di prove più grandi, ma sottolineiamo che nulla dovrebbe privarci della gioia inalterabile della Risurrezione e della ferma speranza nella vittoria. Non lasciamo che alcunché scuota la nostra fede e la nostra pazienza, non lasciamoci scoraggiare e abbattere da nulla. Se ci rallegriamo, mettendo la nostra speranza nella consolazione e nell’aiuto divino, saremo simili ai nostri eroici antenati e ai santi della nostra fede. Ma se ci lasciamo paralizzare dalla paura, allora qualcosa manca, e dobbiamo urgentemente rafforzare la nostra fede, la nostra lotta spirituale e il pentimento per la guarigione delle nostre anime. Preghiamo quindi Dio, il nostro Signore risorto, di concederci più fede, grazia e forza, così da poter sperimentare la gioia spirituale anche nelle difficoltà; e così saremo pronti a sacrificare tutto per l’amore di Cristo per vivere per l’eternità nella Luce della Risurrezione.
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Miei cari figli spirituali, amati nel Signore risorto,
Chi ha crocifisso Cristo? Dei notabili malvagi e invidiosi del popolo ebraico (Anna e Caifa) così come delle autorità ingiuste, sotto l’imperio della pressione e della paura (Pilato). Ma il nostro Risorto è anche il giudice dei giudici di questa terra, e tutti i principi e i potenti di questo mondo saranno responsabili nei suoi confronti per come hanno usato il potere che è stato dato loro.
Quanto a noi fedeli, consoliamoci, ricordando che i Pilato e i Caifa non possono fare contro di noi se non quanto il Signore permette, e che tutto il male consentito dalla divina Provvidenza alla fine si rivela essere il nostro bene, perché siamo messi alla prova per diventare degni della gloria eterna. Gli uomini delle tenebre, come il Diavolo pieno di malvagità, possono compiere le loro opere oscure, ma nessuno può rendere schiavo con la forza il fedele che ha in sé, secondo l’espressione di San Cosma d’Etolia, «la propria anima e Cristo». Ogni nobile membro della nostra santa Chiesa Ortodossa esclami con il salmista: «Il Signore è la mia forza e il mio scudo; in Lui il mio cuore ha sperato e mi ha soccorso, la mia carne è rifiorita (si rinnova) ed io lo loderò con tutta la mia anima»(Sal 27, 7).
Lodiamo quindi e glorifichiamo incessantemente il nostro Signore Dio risorto dai morti, e trionfalmente esclamiamo:
Cristo è risorto!
È veramente Risorto!
† Arcivescovo Kallinikos di Atene
e i membri del Santo Sinodo