“Tu che sei risorto dai morti, fa’ risorgere noi caduti per il peccato”
(Stichirà anastasima Tono IV)
Cari Padri e Fratelli nel Signore,
Il nostro SALVATORE e Medico, il nostro Signore Gesù Cristo, nella Sua immensa bontà e misericordia, è venuto a stare “con noi”, ha sofferto una passione tremenda, l’obbrobrio delle ingiurie e della croce, la morte e la sepoltura, per sconfiggere il nostro nemico, il diavolo, per uccidere la morte e per donarci, con la Sua Resurrezione salvifica per il mondo intero, la libertà, la vita e la Resurrezione.
Il Verbo di Dio è venuto sulla terra e si è incarnato, cioè ha assunto la nostra natura umana senza il peccato, la nostra debolezza, la nostra povertà e la nostra spregevolezza, unendosi a lei in modo ipostatico. E così, Egli l’ha divinizzata, senza liberarsi delle sue particolarità distintive, che conservò immutate ed inalterate dopo questa unione divina. Con tutta la Sua opera redentrice e specialmente con la Sua Resurrezione dai morti al terzo giorno, ha ormai spalancato le porte del Cielo, affinché niente vi impedisca la nostra elevazione e la nostra entrata.
Il Teantropo nostro Signore ci apre i Cieli che Adamo aveva chiuso alla nostra stirpe con la sua disubbidienza. Il solo Amico dell’uomo è sceso nell’Ade prendendo con sé il Progenitore e i Giusti che erano tenuti prigionieri ingiustamente, ed aspetta tutti noi nel Suo Regno eterno!
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Il Cristo Risorto, il nostro vero Dio, ci ha rigenerati “dall’acqua e dallo Spirito” (Gv 3, 5), ci ha dato la promessa dei beni futuri, ci fa dono di beni infiniti nella Sua santa Chiesa e soprattutto ci offre la cena spirituale della Divina Liturgia, per renderci incorruttibili e per trarci fuori dalle tombe dolorosissime del peccato.
Ma come al tempo della Sua Presenza sulla terra, la folla di gente che ascoltava le Sue parole divine e vedeva i Suoi miracoli stupefacenti rimaneva incredula, per colpa dell’accecamento dei loro sensi, così a tutte le epoche, come anche alla nostra, la maggior parte della gente non crede, benché veda e senta il Signore Risorto per mezzo della sua Chiesa, delle sue Sacre Scritture e dei miracoli dei suoi Santi Taumaturgi.
Tuttavia il problema non riguarda soltanto gli increduli e i falsi credenti. Riguarda anche noi credenti quando subiamo una qualche sconfitta e quando per pigrizia e indolenza spirituale ci sentiamo prigionieri del diavolo nostro nemico per la malizia del peccato.
Sant’Isacco il Siro ci esorta in quei casi a ricordarci quali sforzi un tempo avevamo impiegati, quale lotte avevamo fatto e quale zelo avevamo mostrato per liberarci dalla cattività spirituale. Ed inoltre ci esorta a ricordarci dei nostri gemiti di penitenza per scacciare la negligenza e far ritornare la consolazione divina. In questo modo, viene veramente il risveglio, si accende la fiamma dello zelo divino e sorge la speranza. E allora, l’anima risuscita dai morti e ritorna allo stato e alle buone abitudine precedenti (cf. Discorso II). Ecco l’esperienza della Resurrezione nella nostra umile vita!
E San Simeone il Nuovo Teologo proclama che per questo Dio è diventato uomo ed è stato crocefisso, è morto ed è risuscitato: per donarci la resurrezione dell’anima già da questa vita. Allora la nostra mente tutta dispersa si corregge e si raccoglie in preghiera e nella meditazione delle parole divine. Allora viene guarita ed acquista la conoscenza e la coscienza di sé stessa e di Dio (cf. Capitoli Alfabetici, XII).
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Fratelli e Padri nel Signore Risorto,
Cristo è risorto anche per noi, per i fedeli di oggi, che siamo stati battezzati ortodossi e confessiamo la Sua Verità apertamente. E anche noi, quando infrangiamo qualche suo Comandamento salvifico, possiamo avere la convinzione incrollabile che non mancheremo di ottenere “la guarigione dell’anima”! E per quelli di noi che sono negligenti e rimangono indietro, il Signore è risorto per attrarci e per spingerci verso la sua santità!
Chi ha digiunato con gioia, ma anche chi ha digiunato manchevolmente, tutti pentiamoci a sufficienza per presentarci con fede alla Divina Comunione del Suo Corpo e del Suo Sangue preziosi, per riempirci di fragranza spirituale. Che quelli tra di noi che hanno conservato il loro corpo puro dalla sozzura di qualsiasi peccato carnale, rafforzati ovviamente dalla Grazia Divina, si presentino alla Cena dell’Immortalità, non per la loro giustizia, ma per la bontà del nostro purissimo Sposo, il Cristo. Riceviamo la guarigione dell’anima e del corpo e partecipiamo con allegrezza alla dolcezza Divina: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore, esultiamo e rallegriamoci in esso”!
Mostriamoci veri adoratori della Santissima Trinità sulla terra, vivendo con pace e serenità, per adorare il nostro Dio tre volte Santo nei secoli dei secoli, amen!
Cristo è Risorto! È veramente Risorto!
L’Arcivescovo
† Kallinikos di Atene con i Membri del Santo Sinodo