“Giungere alla gloriosa e santissima Risurrezione,
la mistica Pasqua, per la quale Adamo è ritornato al paradiso.”
(Stichirà del Vespro, Giovedì della terza sett. dei Digiuni)
Amati Padri e Fratelli nel Signore Risorto,
SIAMO GIUNTI di nuovo alla Santa Pasqua, alla gioia indescrivibile ed inesprimibile della vittoria della Vita sulla morte. Abbiamo di nuovo fatto esperienza nei Santi Misteri del Regno Celeste del nostro Dio Trisipostatico; abbiamo goduto della gloria e della bellezza divine del Corpo glorioso della Chiesa di Cristo, che è il nuovo Paradiso. Ci rallegriamo della Libertà spirituale che il nostro Redentore e Salvatore, nella Sua infinita bontà, ci dona riccamente!
La Pasqua è storicamente il passaggio del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto alla libertà nella terra di Canaan. Ma spiritualmente, secondo San Gregorio il Teologo, per il popolo cristiano la Santa Pasqua è la transizione dal basso all’alto, dalle cose terrestri alle celesti, dalla morte alla vita (cf. Discorso “Sulla Pasqua”).
L’apostolo Paolo afferma che “Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato per noi” (1 Cor 5, 7). La nostra Pasqua cristiana, mistica, è il passaggio dalla schiavitù interiore all’interiore libertà , dal peccato alla virtù, dal timore al coraggio, dalla terra al cielo, dalla morte spirituale alla vita eterna, dalla prigionia del diavolo alla libertà dei figli di Dio!
Il Signore nostro Risorto Gesù Cristo ci ha aperto la via della salvezza, essendo Egli Stesso la “Via” (Gv 14, 6) e la “Porta” (Gv 10, 9) che conduce alla Vita eterna. Già in Cristo passiamo spiritualmente dalle tenebre del peccato alla luce della Grazia nella nostra anima. Se camminiamo di pari passo con il nostro Signore Teantropo, la Sua Luce guida i nostri passi affinché non inciampiamo (Gv 11, 9-10) su qualsiasi ostacolo che possa levarsi contro la conoscenza di Cristo (2 Cor 10, 5).
San Simeone il Nuovo Teologo ci ricorda che allontanarsi dal peccato significa entrare, come in una tomba, nell’umiltà e nel pentimento. Ma è proprio lì che Cristo ci trova. E allora ci risuscita di una risurrezione mistica già in questa vita, e noi diventiamo così partecipi della Sua Gloria divina! (cf. Catechesi 13).
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Amati Fratelli in Cristo,
L’intero periodo di lotta della Grande Quaresima è stato proprio il nostro cammino spirituale e il nostro sacrificio, al fine di raggiungere degnamente la santa Luce. Il divino sentimento pasquale dell’incontro e dell’unione con il nostro Redentore che soffrì e che è risorto, si raggiunge nella misura della nostra preparazione quaresimale. Solo chi si è purificato nei sensi può gioire e sperimentare la Luce della Risurrezione. La purificazione di cui diciamo si ottiene con il digiuno nel corpo, la continenza nello spirito e le lacrime di pentimento nell’anima, secondo la sicora tradizione ed esperienza terapeutica ortodossa .
Per divenire luminosi agli occhi di Dio, degni dello splendore divino della Pasqua, dobbiamo toglierci di dosso e da dentro di noi “la veste dell’incontinenza”, cioè la prigionia delle passioni, e indossare “la veste gioiosa della continenza”, perché solo in questo stato siamo veramente in comunione con Cristo Salvatore.
E ora che è giunta la gioia e il riposo della Pasqua, il periodo del Pentikostarion con la sua consolazione e l’abbondanza nella dispensa del cibo, non dimentichiamo e non abbandoniamo l’unico modo di rimanere vicini a Dio e di dimorare in Lui: la continenza, il cuore puro, la mente luminosa e orante, e le buone opere della vera fede, del pentimento e della virtù.
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Amati Figli nel Signore,
Che la nostra vocazione, la nostra vita Cristiana rimanga sempre pasquale, portatrice di vita ed autentica, fino a quando il nostro Signore Risorto accoglierà anche noi nella beatitudine del riposo, che giustamente attende coloro che “muoiono nel Signore” (Ap 14, 13)!
Cristo è risorto! È veramente Risorto!
Arcivescovo
+ Kallinikos di Atene
e il Santo Sinodo
della Chiesa dei Veri Cristiani Ortodossi di Greci