“Giorno della Risurrezione, risplendiamo, o popoli; Pasqua del Signore, Pasqua!
Dalla morte alla vita e dalla terra ai Cieli,
ci ha fatti passare il Cristo Dio, cantando l’inno di vittoria
(Irmos, Ode prima del Canone della Risurrezione)
Cari Padri e Fratelli, figli nel Signore Risorto,
Il Santo Spirito, che parlò attraverso i Santi Padri e gli Innografi della Chiesa, invita tutti i fedeli cristiani ortodossi per la gloriosa Risurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo, a partecipare allo splendore della Festa, elevando le nostre anime e i nostri corpi. Poiché il nostro Signore Risorto ci ha “rialzati” dalle profondità tenebrose del peccato, e ci ha vivificati dalla morte delle nostre trasgressioni, e ci ha fatti passare dalla morte alla vita, dall’oscurità alla luce, dalla schiavitù alla libertà, dall’inimicizia alla riconciliazione, dalla terra al Cielo!
Questo è veramente un dono inesprimibile e una grazia indicibile; è un eccesso di amore divino e unico.
Il nostro Salvatore Risorto aveva chiaramente predetto: “E questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda nessuno di coloro che mi ha dato, ma li risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6, 39). Dio Padre accorda il dono supremo della fede nel Suo Figlio Unigenito a coloro che sono animati da buone intenzioni e sono ben disposti. Affinché possano ricevere, con il soffio del Santo Spirito, la vivificazione spirituale dal Figlio e Verbo in questa vita, così come una gloriosa risurrezione nell’altra vita, quella vera ed eterna.
Alla Risurrezione generale, tutti risusciteranno; ma i peccatori ottenebrati, coloro che non si saranno pentiti, saranno condannati a rimanere in basso. Invece i giusti, coloro che hanno conservato la fede fino alla morte e che non si sono lasciati sedurre dall’inganno e dall’illusione delle concupiscenze e delle passioni, coloro che hanno resistito alle insidie del diavolo e alle minacce degli strumenti dell’anticristo, come pure dell’anticristo stesso, saranno innalzati e portati in cielo “tra le nubi, incontro del Signore nell’aria” (1 Tess. 5, 17). Solo loro risusciteranno “per la vita eterna”, “tra gli splendori dei Santi”, “dove echeggia un puro suono di gente in festa, che incessantemente acclama: Signore, gloria a Te”
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Cari Fratelli e Sorelle nel Signore Risorto,
Festeggiamo con solennità lo splendore della Vita, la vittoria sulla morte, in circostanze difficili e senza precedenti. La morte biologica sembra minacciare tutti, senza eccezione, e i vari “esperti e saggi” di questo mondo si servono di questa minaccia immediata per instillare paura e disperazione, nonché, soprattutto, per attuare soluzioni tutte pronte, che sono supposte portarci la sperata salvezza, per affrontare il rischio di epidemie e malattie in tutto il mondo, con l’obiettivo di qualche pur breve prolungamento della vita terrestre.
Senza però dimenticare la giusta preoccupazione anche per la vita presente, noi, fedeli, che crediamo nella Risurrezione, non dobbiamo farne l’oggetto esclusivo delle nostre cure; la vita presente è una prova per vedere se noi meritiamo di vivere nell’eternità con Dio o separati da Lui. La morte biologica, in ogni caso, ci assedia continuamente sin dalla nascita e ci aspettiamo da un momento all’altro che ci prenda all’improvviso “come un ladro nella notte” (1 Tess. 5, 2). Ma questo accade per Economia divina, per la nostra correzione ed educazione, al fine di restringerci dalla preferenza delle passioni viziose, che sono la vera contaminazione della nostra vita, cosicché noi ci rivolgiamo in pentimento, finché c’è ancora tempo, alla Misericordia infinita del nostro divino Redentore.
Non dimentichiamo mai che la Provvidenza di Dio non riguarda solo la vita presente, che effettivamente essa governa e racchiude; ma mira principalmente a farci raggiungere l’aldilà, la fine, là dove ci dirigiamo rapidamente e inevitabilmente. Non è di primaria importanza come e quando lasceremo questo mondo, ma piuttosto se siamo pronti ad incontrare e contemplare il Divino, pronti per il giusto tribunale e la retribuzione.
Prepariamoci dunque, liberi dall’apostasia e dal peccato, affinché possiamo percorrere il cammino di questa vita con saggezza e coraggio, “senza paura sia sulla terra che nel mare” (San Teodoro Studita) e nell’aria. Facciamo albergare nel nostro cuore il Signore Gesù Cristo Risorto, in modo da poter gridare con coraggio e sicurezza in ogni evento spiacevole della vita presente: “Non temerò alcun male, perché Tu sei con me” (Sal. 22, 4); “Non temerò la moltitudine di genti che contro di me si accampano” (Sal. 3, 7); “Perciò non temeremo se trema la terra, se crollano i monti nel fondo dei mari ” (Sal. 45, 3)!
Fratelli e Padri, Cristo è Risorto! È veramente Risorto!
L’Arcivescovo
† Kallinikos di Atene con i Membri del Santo Sinodo