† di Sua Eminenza, il Metropolita Cipriano di Oropos e Filì
(1935-2013)
I Santi Padri ci insegnano che l’autentica libertà umana è la libertà in Cristo.
Ma come si ottiene tale libertà? Quando l’uomo, mediante la sottomissione a Cristo, si libera dal proprio “Io” peccaminoso e malato; quando si pone all’obbedienza al Suo dolce giogo.
Nella vita monastica, questa obbedienza, dal punto di vista della libertà carismatica, è stata esaminata abbastanza approfonditamente e in un quadro molto più ampio della più ristretta nozione di obbedienza a un Anziano.
Questa prospettiva più ampia comporta un grande vantaggio pratico anche per i nostri fratelli e sorelle laici in Cristo. Un credente fedele dovrebbe attribuire ogni cosa a Dio; credere che tutte le cose siano predisposte dalla Divina Provvidenza per la sua salvezza; discernere la Volontà salvifica del Padre Celeste dietro ogni cosa; disprezzare la propria volontà e accettare la Volontà Divina, qualunque sia il prezzo da pagare per lui.
I Santi Padri illuminati da Dio ci consigliano di sottometterci alle circostanze; questo significa porsi, con fiducia assoluta, nelle mani del nostro Signore, ricordare Dio incessantemente, e navigare di buona volontà e liberamente nei mari aperti della vita, confrontandoci con tutti gli eventi in obbedienza alla Volontà di Dio.
La vita quotidiana offre al cristiano ben intenzionato infinite opportunità di obbedienza, di repressione della volontà, di rinuncia a sé, e di godimento della pace spirituale: al lavoro, a casa, per strada, in un negozio e nelle relazioni sociali.
Il nostro cuore, grazie allo sforzo continuo in questa materia, diventerà avvezzo a vivere in un beato distacco; sarà sciolto dal suo egocentrismo, liberato dalla sua prigionia, non riposerà nell’agitazione, non sarà agitato nemmeno dalle cose più urgenti: sarà pieno di dolce amore per Dio e per il prossimo.
Solo quando il muro della sua volontà sarà abbattuto, quando l’uomo è liberato da sé stesso mediante l’obbedienza, gli è possibile abbandonarsi totalmente e con abnegazione all’amore.
Ogni malattia spirituale nasce dal ripiegamento in noi stessi, nel nostro egoismo, nella nostra volontà. Immaginiamo che sia una cosa spaventosa se non viene fatta la nostra volontà; veniamo presi da un dolore e da un’irritabilità inimmaginabile se l’attuazione della nostra volontà viene ostacolata o se il nostro programma o i nostri piani vengono sconvolti.
Dolce è quindi la nostra beata e salvifica libertà in Cristo, anche se si realizza attraverso l’obbedienza in Cristo.
Ricordiamoci incessantemente i seguenti consigli ispirati da Dio di San Silvano dell’Athos († 11 settembre 1938), affinché possano rafforzarci nell’affrontare le circostanze in obbedienza:
«A chi si abbandona alla Volontà di Dio, la vita passa molto più facilmente, perché nelle malattie, nella penuria e nella prova egli pensa: “Questo mi è stato dato da Dio, e spetta a me sopportarlo per i miei peccati”.
Come è possibile sapere se stai vivendo secondo la Volontà di Dio?
Ecco il segno: se sei addolorato per qualche questione, significa che non ti sei arreso completamente alla Volontà di Dio, anche se ti sembra di vivere secondo la Volontà di Dio.
Chi si è arreso alla Volontà di Dio non è addolorato da nulla, anche se è malato, misero o attaccato da ogni parte. La sua anima sa che il Signore misericordiosamente dispone ogni cosa per noi. La sua anima testimonia le opere del Santo Spirito, Dio, che conosce l’anima. Ma gli arroganti e gli insubordinati non si abbandonano alla Volontà di Dio, perché amano seguire la propria volontà, cosa molto dannosa per l’anima.
O Signore, attraverso la potenza del Santo Spirito, rendici degni di vivere secondo la Tua Santa Volontà.»
Domenica del Paralitico, 9 maggio 2005 (vecchio calendario)